martedì 27 gennaio 2015

50 sfumature di Tabatha

Ma che diavolo ci faccio qui, in un letto disfatto che non mi appartiene?
Veramente è già da un po' di tempo che mi sento fuori posto, confusa... Proprio io, che non ho mai avuto incertezze, proprio quella Tabatha che sa muoversi con sicurezza e grazia allo stesso tempo, anche in battaglia... Beh, ora la mia mente vacilla. Sta accadendo tutto troppo in fretta: prima le voci nella mia testa che arrivano senza preavviso, poi quella sacerdotessa mi dice che ho un "dono". Un dono? E chi l'avrebbe chiesto? Da dove sarebbe venuto fuori, poi? E infine... questo marchio. Secondo Deneb ora sono in grado di teletrasportarmi. Mi viene quasi da ridere. L'ho sempre preso in giro per i suoi "trucchetti" e adesso, senza aver mai chiesto nulla, posso fare qualcosa anch'io. Dovrei esserne felice, sì. Se non fosse per un piccolo effetto collaterale: prima o poi questo "potere" mi porterà alla morte. Pazzesco, eh? Qualcosa di davvero utile può rivelarsi letale. Al solo pensiero mi scoppia la testa...
Il capitano dorme ancora... soddisfatto...
Che persona interessante... Non avrei mai pensato di incontrare un galantuomo del genere su una nave piena zeppa di rozzi marinai: un vero uomo di mondo con cui poter fare affari, magari mettere su una società. E quel vino... Doveva essere davvero un'ottima annata! Ecco, forse è al terzo calice che ho dimenticato perché ero lì, nella sua cabina. Ero lì per... dovevo... Ah, già! Aryannae mi aveva detto di carpire informazioni sulla nostra destinazione. Roba di lavoro insomma. Sempre lavoro... Quindi, visto che ricordo ben poco di quello di cui abbiamo parlato... Ricordo di aver riso tantissimo, questo sì, come non mi capitava da secoli ormai. Dicevo, visto che ricordo ben poco, sarà il caso di curiosare tra le sue carte.
Dorme profondamente, come un bambino... Non dovrebbe accorgersi di nulla. Bene. Sono in piedi e... da dove comincio? Dalla scrivania, direi. C'è un solo cassetto chiuso a chiave. Dovrebbe essere uno scherzo da ragazzi aprirlo. Se solo avessi con me i miei arnesi... Mi guardo intorno. Dall'oblò guardo l'orizzonte: il punto in cui il mare incontra il cielo è nero come la pece. Dicono che l'ora che precede l'alba sia la più buia. Buia come le tenebre verso cui più volte siamo andati incontro. Buia come la morte che ogni giorno sfidiamo per "salvare il mondo". Il mondo. Ma il mondo salverebbe quattro tipi male assortiti come noi? Se penso che per Deneb mi getterei nel fuoco... Un brivido mi percorre la schiena. Cosa stavo facendo? Ah, già... la scrivania. Dai, è un lavoretto facile facile... Ne ho aperte di serrature... Lavoro, sempre lavoro...
Un rumore mi distoglie dai mille pensieri che si affollano nella mia testa. Sobbalzo. Tutto regolare: è il mio bel capitano che forse mi sta cercando. Guardo fuori: tra poco sarà l'alba.
Ho deciso: torno a letto, tra quelle braccia sconosciute che per una notte mi hanno fatta sentire viva.