Continuando a leggere la lettera, la chierica assume un’aria
sempre più seria.
“Dice che è stato contattato dal mio superiore e che ha qualcosa da
consegnarmi.E che questa consegna…dovrebbe…avvenire in un posto sicuro?” recita
la chierica, un’espressione di perplessità le vela il viso.
“Non mi piace” dice Logan, cercando di dare una sbirciata alla lettera, “E
comunque io vengo con te. Non si sa mai che…”
“Andiamo tutti, allora”, si intromette Deneb, il tono della voce come di chi
abbia già preso una decisione la nome di tutti.
Sulla via della chiesa, Logan posa una
mano sulla spalla del mago e applica una leggera pressione, quasi a segnalargli
di fermarsi.
“Ehi, ma cos…Logan!” protesta Deneb, cercando di divincolarsi dalla presa
“Shhhh, fai piano” gli sussurra il morfico “Camminiamo un po’ più lentamente.
Dobbiamo parlare” dice, lasciando andare la spalla del compagno.
Massaggiandosi la spalla dolorante, e lanciando un’aria torva al morfico, Deneb
rallenta il passo, adeguandosi a quello del ranger.
“Spero che sia molto importante, Logan. Lo sai che odio il contatto fisico”
“Deneb il Magnifico. Suona bene, eh?”
Il mezz’elfo si gira verso il morfico, inarcando un sopracciglio “Prego?”
“Deneb il Liberatore? Che te ne pare?”
Il mago annuisce, lentamente, socchiudendo gli occhi “Si…certo. Un chiaro caso
di dementia sonnabulis. Gli incubi
continuano eh? Sarà mia premura procurarti dell’altra pozione” dice,
affrettando il passo per raggiungere Tabatha e Aryannae
Logan sopprime a stento un ringhio frustrato, rinnovando la presa sulla spalla
del mago, tirandolo di nuovo a sé
“Non così veloce, Deneb” dice, serissimo.
“Logan, ti avverto..” dice Deneb, alzando un dito a mo’ di monito
“Stammi a sentire, Deneb. Ti ricordi quello che mi hai detto sul balcone di
quella locanda tutta-lusso?”
“Si, mhh, più o meno”, afferma il mago
“E dimmi, come fare a conquistare una città se non si possiede un esercito?”
Il mago sgrana gli occhi, ridacchiando
“Ah, conquistare? No, proprio no, Logan. Penso tu abbia frainteso le mie parole.
E poi lo sai che io non amo essere posto al centro dell’attenzione…”
“Neanche se dovessi avere al tuo fianco
delle persone fedeli? Delle persone che non ti tradirebbero mai?”
L’espressione del mago si fa pensierosa, il suo sguardo
verso l’alto, mentre porta una mano al mento.
“Dei contatti potrebbero esserci molto utili. Degli agganci non si rifiutano
mai” dice, annuendo
“Non si tratta di veri e propri contatti, Deneb. Si tratta di persone. Persone
che, una volta liberate dalla merda in cui si trovano, potrebbero tornare a
vivere”
“Parli per caso dei bassifondi, Logan?”
“Si. Parlo dei bassifondi. E ti sto chiedendo una mano, Deneb.”
Deneb si ferma, mettendosi di fronte al morfico.
“Ci sono porte che non possono essere aperte, Logan” dice, con uno sguardo
serio “E, nonostante le tue intenzioni siano nobilissime, ricordati questa
cosa: ci sono strade che portano alla gloria. Altre, tuttavia, ti portano ad
affogare nelle più sordide delle latrine”
“E ci sono strade e porte che possono essere tranquillamente persorse e aperte
da dei fulmini, Deneb”, ribatte Logan. Un sorriso, quasi di sfida, si apre sul
volto del morfico.
“Vedremo” dice Deneb, aggiustandosi la tonaca “Nel frattempo, siamo arrivati”
Il tempio in cui si trovano, per quanto possa ricordare Logan, è dedicato ad
una divinità a protezione della conoscenza. La cosa sembra essere confermata da
una libreria che pare estendersi per tutta la lunghezza del corridoio che
precede la navata, al centro della quale spicca una larga pila in pietra,
rotonda, contenente dell’acqua.
Il gruppetto d’avventurieri viene prontamente ricevuto dal chierico, che viene
loro incontro con un sorriso che fa trapelare l’emozione del vecchio umano.
“Oh, grazie agli dei figliola. Sei giunta finalmente”
“Salve, reverendo”, dice Aryannae, sfoggiando un sorriso
smagliante “Mi chiedevo come mai tanta premura nel vedermi. Lasci che le
presenti i miei amici..”
“Tutto a tempo debito, cara fanciulla” dice il vecchio, interrompendola e
muovendo la mano su e giù, quasi a fermare le parole della giovane chierica
“Venite, venite, seguitemi di là”
La stanzetta, una sagrestia, è arredata in maniera molto spartana.I grossi
mattoni di una parete sono coperti da un arazzo, raffigurante i simbolo della divinità
a protezione della chiesa. Un’altra parete è adibita a libreria, con gli scaffali
traboccanti di libri. Gli altri due muri sono spogni di qualsiasi decorazione o
adorno. Ad uno dei due è addossata una cassapanca, mentre l’altro ospita una scrivania.
Probabilmente questo è un luogo di raccoglimento per il vecchio uomo, cosa
suggerita anche dalla scarsa illuminazione.
E proprio da una delle ombre, poco dopo
l’ingresso degli avventurieri, si fa avanti una figura, ammantata con una cappa
scura e il viso coperto da un cappuccio.
“E quello chi cazzo sarebbe ora” ringhia Logan, impugnando un’ascia e
puntandola verso la misteriosa figura, mentre con l’altra mano slaccia il
laccio di sicura per l’ascia più grande
“Oh, benedetta pace!” esclama il chierico, spaventato, la voce resa affannosa
dalla paura
“LOGAN! Metti subito giù quell’arma” gli intima Aryannae, per poi dirigersi a
passi decisi, ma gentili, verso l’estraneo
“Signore” dice la chierica, con una leggera riverenza “con chi avremmo il
piacere di parlare?”
L’uomo, un elfo, abbassa il cappuccio, esibendo un sorriso bianchissimo.
“Io sono Sion, e sono qui per consegnarvi qualcosa da parte del vostro Padre
Superiore” dice, avanzando verso il gruppo
“Co…cosa?” chiede Aryannae, incredula
L’elfo si limita ad annuire, mantenendo il sorriso, e producendo una piccola
scatola di velluto rosso dall’interno della cappa.
“Il suo superiore ci teneva affinchè ve lo consegnassi di persona” dice,
porgendo il dono alla chierica che, titubante, lo accetta, ignorando i ringhi
di avvertimento di Logan.
“Non è possibile…questo…non è possibile…” sussurra Aryannae, guardando un’ultima
volta il contenuto della scatola in maniera fugace, prima di richiuderla e
rivolgersi nuovamente all’elfo “Come…come l’avete trovato…come…”
“Ritrovare cose è il mio mestiere”, dice Sion “E il vostro superiore mi ha
mandato qui a darvelo. Sapeva che vi avrebbe fatto cosa molto gradita”,
continua, ammiccando.
“FERMI TUTTI” ringhia Logan, visibilmente incollerito, rivolgendo uno sguardo
infuocato alla giovane chierica “Aryannae, cazzo, mi vorresti spiegare com’è
che il tuo superiore sa dove ci troviamo? E mi spieghi per quale cazzo di
motivo ora questo vecchio” continua, indicando il chierico con l’ascia “fa da
intermediario tra te e il tuo superiore?”
Aryannae piega di lato la testa, cercando di analizzare una domanda che le pare
non avere senso
“Facile, io e il mio superiore ci siamo spesso scambiati missive. E in una
lettera gli ho detto di aver conosciuto
lui” dice, candidamente indicando
il chierico con un dito
“Ma che cazz…COSA? Ma ti rendi conto di quello che mi stai dicendo Aryannae? Ma
per tutti i fottuti dei, cazzo! Ti sei scambiata missive con il tuo superiore
per tutto questo tempo?”
Aryannae, visibilmente contrita dall’esclamazione blasfema del compagno, lo
indica con un dito, a mo’ di monito “Innanzitutto, Logan, vedi di moderare i
termini. E poi cosa ci dovrebbe essere di male? Ti vorrei ricordare…anzi, ti
vorrei INFORMARE, che le missive del mio clero viaggiano su canali sicuri”,
continua la chierica, portandosi i pugni al bacino e guardando il morfico con
un’aria di altezzoso sdegno.
“Eddai, Logan, e non essere così paranoico” interviene Tabatha, con il suo
piglio snob, roteando in aria la mano, come facendo segno con la mano di
lasciar perdere la faccenda.
“Io paranoico? IO? Ma per gli dei tutti, per questa stronzata delle lettere
poteva rivelare la nostra posizione al nemico. Anzi, ai NEMICI. E se qualcuno
avesse intercettato le lettere eh? “
“Logan, stai diventando DAVVERO paranoico ora” interviene a sua volta Deneb “Posso
confermarti che le lettere viaggiano su canali sicuri, è vero. “
“Ah si? Bene, io non mi fido dei canali sicuri. E pensa un po’ a questa cosa,
Aryannae”, incalza Logan “E se per arrivare a noi avessero fatto del male al
tuo superiore? EH? Questa cosa ti è sfuggita, sapientona?”
L’ultima affermazione sembra particolarmente colpire la chierica che,
sgranando gli occhi , cerca di balbettare una risposta.
In suo aiuto interviene Sion, il suo sorriso sicuro non è
mai svanito dal suo volto.
“Le lettere viaggiano su canali sicuri in entrambi i lati. E quando si vuole
essere particolarmente sicuri, si manda gente come me” dice.
Logan torna a studiarlo, notando che l’elfo è dotato di una armatura leggera di
cuoio particolarmente scura e di una
spada. Ai piedi calza degli stivali foderati, che gli permettono di muoversi
silenziosamente.
Conosce già quel tipo di equipaggiamento.
“E cosa cazzo faresti tu, sentiamo” gli chiede, un’aria di sfida nella voce
“Io?” risponde l’elfo, sicuro “Io recupero le persone”.
Dopo poco, gli avventurieri sono di nuovo in strada, diretti in locanda. Il
gruppo comprende anche l’elfo, che si trattiene poco distante dal resto del
gruppo a parlare con Logan.
“E quindi dimmi, elfo. Sei un recuperatore. Sai recuperare anche persone?” gli
chiede il morfico, continuando a tenere una mano su un’ascia e scrutando l’interlocutore
con aria sospettosa
L’elfo, per tutta risposta, rivolge uno sguardo sdegnato al morfico
“Dire che recuperare si adatti più agli oggetti che alle persone.”
“Recuperare significa portare
qualcosa, o qualcuno, da un posto ad una persona che sta cercando l’oggetto, o
la persona, in questione, elfo.”
“Allora, mettiamola così, caro amico: con il giusto compenso, ti potrei portare
la persona che tu desideri”
“Mandato dalla chiesa un cazzo. Sei un fottuto mercenario come tanti altri
allora.”
Il sorriso, questa volta ironico, torna ad affacciarsi sul viso dell’elfo
“Perché, non siamo tutti mercenari alla fine?”
Arrivati in locanda, il gruppo di avventurieri si viene accolto dall’oste che,
notando un elemento in più, li fa accomodare ad un tavolo più grande e più in
disparte.
Fatte le dovute richieste per la cena alla giovane cameriera, Deneb si rivolte
al nuovo ospite, un sorriso cortese sul suo volto, sebbene il suo sguardo
tradisca un fredda determinazione:
“Allora dicci, Sion, per caso sai trovare anche le persone, oltre agli oggetti?”