martedì 26 agosto 2014

Logan - Tutti muoiono (Valar Morgulis)

Oltre il confine del Breland, Territorio di Thrane, notte, 200 metri dall’obiettivo

La guarnigione è a pochi metri da loro, scarsamente illuminata. Sull’ingresso svetta una immensa punta di lancia d’argento. Al suo interno, il bassorilievo di una fiamma. Il simbolo è talmente illuminato da riflettere un cono di luce che illumina il terreno antestante la piccola fortezza.

Come da programma, forti dell’oscurità proiettata al di fuori del cono, Logan e Luhad si portano ai lati dell’ingresso. E’ nell’ombra che agiranno.
I soldati cadono senza quasi nessun rumore. La gola tagliata in modo da soffocarli nel loro stesso sangue. Un gorgoglìo, ed è tutto finito.
Logan sa che sta succedendo la stessa cosa dall’altro lato. Nessun prigioniero, nessuno deve fuggire.

All’improvviso, un urlo, seguito da un clangore, segna l’inizio della fine. Una freccia è andata bassa, non colpendo il soldato al capo, ma andando a perforare l’addome. Il poveraccio è indietreggiato fino a cadere dalle mura. Un volo di una decina di metri.

Lasciandosi sfuggire una bestemmia, Logan guadagna l’ingresso della guarnigione , andandosi a nascondere al riparo di un carro. Lentamente, una ad una, i diversi baraccamenti si illuminano, e diversi soldati iniziano a sciamare all’interno dell’accampamento.

“Se ci scopriranno, sarà una carneficina”.

Logan sente i propri sensi acuirsi, la pelle diventare più spessa. Sente i muscoli flettersi. La trasformazione è completa.

Uscendo allo scoperto, balestra in pugno, Logan inizia a correre. Un dardo gli sfiora il volto. Un soldato è uscito allo scoperto per colpirlo. Logan, senza fermarsi, spara. Il dardo va a conficcarsi nella gola del soldato, che cade in ginocchio afferrando il quadrello con le mani. Un colpo fortunato.
Sarebbe potuto toccare a lui.

In pochi istanti, la fortezza diventa più popolata di un mercato.
L’aria si riempie del sibilo delle frecce, del rumore secco delle balestre, e delle urla dei feriti e dei combattenti

Logan getta via la balestra per estrarre le due asce. Non ha tempo di ricaricare.

Correndo, sorpassa un suo commilitone che vaga senza una apparente meta, sguardo lontano, una mano premuta su quello che prima era il suo braccio, ora un moncherino grondante sangue.

Senza pensarci, con un ringhio, balza in mezzo a due soldati. Approfittando della spinta data dal suo balzo, compie una piroetta, affondando l’ascia nel petto del primo, e mettendo a bersaglio un calcio sul volto del secondo.

Con un solo movimento, para un fendente del soldato stordito con una delle sue asce, per finirlo con un arco che connette l’altra ascia con il collo dell’avversario.

Guardandosi intorno, vede uno dei cecchini impegnato in un duello con quello che sembra un umano troppo muscoloso. Il cecchino è in evidente difficoltà.

Riesce appena a fare due passi quando il mondo intorno a lui diventa un’immenso muro di fuoco. L’esplosione è così violenta che lo sbalza via, facendolo sbattere contro il muro di un edificio vicino.

E’ come se il tempo fosse rallentato. Vede figure agitarsi, figure in uniforme e figure familiari. Le vede danzare per un po’, avvolte dalle fiamme, per poi afflosciarsi al suolo. Non sente niente. L’unico rumore è un fischio assordante che sembra provenire dalla sua stessa testa . Prova a rimettersi in piedi. Va tutto a rilento. Qualcuno lo scuote.

Il morfico si volta, inebetito. Il sergente Highway. Sta dicendo qualcosa.

“...are!”

Cosa?

“..ripr...icio...are!”

Non capisce

All’improvviso, tutto ritorna. Le grida, il clangore delle armi, il chaos della battaglia.

“Logan! L’edificio! Lo vogliono bruciare!” urla il sergente, indicando un edificio su un lato della fortezza. Degli uomini in uniforme stanno armeggiando con dei barili, versandone il contenuto sulla facciata e sul terreno circostante.

Con un cenno del capo, scrollandosi il torpore di dosso, Logan parte alla carica. Sente l’odore del sergente dietro di lui, e di altri due morfici.

Il primo soldato non ha il tempo di rendersi conto di cosa succede. Il secondo viene mandato contro un barile dal sergente. Barcollante, ricoperto di liquido, fa un passo di troppo, avvicinandosi ad un incendio vicino. Prende subito fuoco, come paglia secca. Logan guarda la scena, incredulo, con occhi spalancati.

Keenan. Kashran.

Un dolore lancinante alla spalla Un dardo l’ha ferito. Ringhiando, inizia la sua danza della morte. Il motivo che l’ha reso una presenza oscura tra i suoi compagni. In breve tempo, seppur ricoperto di ferite, è l’unico ancora in piedi in mezzo a tre cadaveri.

Con la coda dell’occhio vede il sergente aprire la porta dell’edificio. C’è qualcosa di incredibilmente sbagliato.

Non ha il tempo di avvisarlo. Appena aperta la porta, il sergente viene investito da una salva di frecce. Il sergente, incredulo e tremante passa le mani sui dardi. Cinque dardi conficcati nel petto. Si gira verso Logan, gli occhi spalancati, sorpresi, un rivolo di sangue scorre da un angolo della bocca. Si accascia al suolo, cadendo sulle ginocchia.

“Logan...il...libro” dice, prima che una freccia lo colpisca al volto.

Logan sente un peso al petto. Sente qualcosa esplodergli dentro. Si accorge solo in un secondo momento di stare urlando.

Tutti quelli che combattono con me muoiono.

Una figura in armatura completa varca la soglia dell’edificio, lentamente. Volta il suo sguardo verso Logan.

L’elmo ha una cresta cremisi, l’armatura sembra fatta d’argento. Porta un grosso tomo in una mano. Nell’altra stringe una spada lunga. Sembra fatta anch’essa d’argento.

Con due rapidi fendenti, l’umano si libera degli altri due morfici.

Tutto quello che succede dopo, è confuso.

Logan, continuando ad urlare, carica l’umano. Almeno, ha l’odore di un umano. Il suo corpo è completamente ricoperto dall’armatura.

Il morfico attacca, furente. Non vuole danzare, ora. Vuole solo uccidere. L’umano non è bravo a schivare tutti i suoi colpi. L’armatura lo rende goffo, impacciato.

Ad un certo punto, il soldato recita delle parole, toccando Logan.

Il morfico prova un dolore lancinante, vede ferite aprirsi sul suo corpo.
Ridendo di soddisfazione, con una risata tetra, l’umano esegue un fendente, diretto al petto del morfico.
Logan riesce a schivare il fendente mortale con una piroetta, ma è troppo lento. Il dolore gli ottenebra i sensi. Ha perso troppo sangue. Ha schivato il fendente mortale, ma il soldato è comunque riuscito a ferirlo. Il colpo fa stranamente più male del colpo inferto da una spada normale. Colto nel mezzo della sua piroetta, Logan cade al suolo.

L’umano è sopra di lui.

“E ora, abomino, è ora di morire”, dice.

Logan alza lo sguardo, fissandolo con aria di sfida.

“Non ne sarei così sicuro”, dice. Con un urlo, con le sue ultime forze, colpisce con un’ascia il piede dell’avversario. Il colpo è così forte da troncare in due l‘arto.

Il guerriero ulula di dolore, lasciando cadere il libro.

Tutto il resto avviene in un solo battito di cuore.

L’ascia che morde la gamba del soldato. L’umano che cade al suolo.
Le asce del morfico che si abbattono sul petto del caduto. Il volto del morfico che viene macchiato dal sangue dell’umano.

Rialzandosi a stento, con il libro in una mano, e aiutandosi con la spada dell’umano, Logan si fa strada verso l’ingresso dell’avamposto. Ritirata. Il libro è loro. Quello che succede dopo, glielo racconteranno.

Il morfico ulula. E’ il segnale della ritirata. Un drappello di compagni, tra quei pochi rimasti, lo protegge, mentre cercano di guadagnare l’uscita. L’accampamento nemico è un inferno. Incendi divorano gli edifici circostanti, mentre alcuni soldati cercano ancora di combattere gli assalitori. Del suo drappello di guardia, solo due riescono ad uscire dalla piccola fortezza. Solo uno riesce a tornare con lui nel bosco. Sara’ lui che lo riporterà al suo accampamento. Logan non saprà mai suo nome. L’unica cosa di cui si ricorderà è una voce sprezzante e l’odore di un giovane umano.

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