Confine del Breland con il
Thrane. Accampamento, poco dopo la mezzanotte.
“Allora, inutile feccia, statemi bene a sentire” dice
il sergente Highway, percorrendo avanti e indietro l’interezza della fila
composta dai suoi sottoposti.
“la missione di oggi è una delle più rischiose in cui
voi merde vi siate mai potuti trovare. Per questo” , continua il sergente
,”pretendo la massima...”
Il sergente si ferma davanti ad un morfico che, a
dispetto di tutti gli altri, non è sull’attenti, intento a pulirsi le unghie
con la punta di un grosso coltello.
“Logan...” dice il sergente, sussurrando il nome tra
i denti, stretti in un ringhio
“Sergente...” risponde il morfico, alzando lo sguardo
dalla mano e fissando l’umano con aria di sfida
Senza nessun preavviso, con un colpo ben preciso,
Highway fa volare il coltello dalla mano del morfico e, dopo uno sgambetto e una gomitata al petto, lo
blocca per terra, con la faccia nel fango.
“Pulcioso bastardo” ringhia il sergente “come osi
distrarti durante il mio discorso?”
Cercando inutilmente di divincolarsi dalla stretta
ferrea del sergente, e annaspando nel fango, Logan riesce soltanto a
gorgogliare.
“Fo...fottiti Highway. Fottiti tu,
l’eser...l’esercito e il tuo culo pall..”
Il morfico non riesce a finire la frase. Una luce
bianca, dolore puro, gli annebbia i sensi. Dopo, il buio.
Una secchiata d’acqua fredda. (non solo acqua, da
quanto riesce ad annusare il morfico) lo fa rinvenire. Con un grosso sforzo,
come se stesse annegando, Logan riempie i polmoni d’aria. Ha i polsi legati
dietro la schiena. La sensazione
sgradevole del legno sul corpo nudo. L’odore di sangue e sudore stantio permea
l’aria. E’ sulla Sedia. Sara’ la terza volta questo mese.
Davanti a lui, il sergente Highway si arrotola un panno attorno alla mano destra.
“Bene bene bene, il cucciolo si è svegliato” dice con
aria apparentemente crudele, prima di sferrargli un pugno in pieno volto.
Tutto diventa di nuovo bianco, ma Logan non sviene.
Qualcuno lo rimette di nuovo diritto. Il pugno è
stato così forte da far ribaltare la Sedia.
Highway, un umano, è piuttosto avanti con l’età per
il ruolo che ricopre. A dispetto degli anni, però, ha ancora una muscolatura e
una forza di tutto rispetto. I capelli grigi tagliati corti intorno al cranio,
la carnagione abbronzata, la pelle tesa come la membrana di un tamburo.
E’ l’esatta incarnazione dell’immaginario comune del
sergente.
E’ l’esatta incarnazione degli incubi di Logan.
“Tu, morfico, mi
ubbidirai” dice, scagliando un altro pugno centrato al petto del brigante. “Tu,
morfico, farai quello che ti dico di fare!” urla, mentre aggiunge nuovo dolore
al corpo di Logan, con un gancio diretto al suo mento.
“Tu mi odi, figlio di
puttana. E fai bene ad odiarmi” dice il sergente, artigliando il volto di Logan
con le sue immense mani. “Sappi però, bastardo, che io sono giusto.” La stretta
si trasforma in un pugno “Sono giusto, e se ti comporterai bene e mi
ubbidirai...”. Il pugno trova una nuova
casa sul naso di Logan “Sarai premiato”.
Due ore di pestaggio,
due ore di “Rinforzo della disciplina”, come la chiama Highway. Dopo quelle due
ore, Logan sa già cosa lo aspetta. Corsa nel fango, allenamento con le armi,
altra corsa. Nessun pasto.
Accanendosi
contro il manichino di legno e paglia,
Logan non fa caso alle vesciche che gli si aprono sulle mani.
“Fanculo, Highway.
Fanculo tu e l’esercito”
Il manichino esplode,
mandando frammenti di legno e mucchi di paglia ovunque.
“UN ALTRO!” grida il
morfico agli inservienti, “NE VOGLIO UN ALTRO!”
Mentre gli
inservienti posizionano un altro manichino, il terzo, Logan sente una presenza
avvicinarsi alle sue spalle. Un umano. Joyce.
Il viso solcato dalle
lacrime, si avvicina a Logan. E’ evidentemente scosso.
“Lo...Logan...”
balbetta, mentre nuove lacrime iniziano a scorrere. Joyce, Joyce il baro, non è mai stato tagliato per questa vita,
pensa Logan.
Logan si asciuga il
sudore dalla fronte con un avambraccio, tenendo ancora strette le asce in
pugno.
“Parla, Joyce. Cosa
vuoi?” dice, glaciale
“Si...si...si tratta
di Keenan” dice l’umano, prima di scoppiare in un pianto dirotto. Trema. E’
sotto shock.
Keenan. Keenan il
topo. Keenan il mingherlino. Kennan, il suo amico Keenan.
Logan abbassa
lentamente le asce, realizzando che, se Joyce è venuto a chiamarlo, non
dev’essere niente di buono. Sente il battito cardiaco aumentare all’infinito.
Sembra che il cuore voglia esplodergli dal petto. Senza dire nulla, inizia una
corsa disperata. L’infermeria, sarà sicuramente lì. Keenan. Keenan il topo.
Quello che trova non
è quello che si aspetta. Facendosi largo tra un gruppo di persone, alcuni
feriti in modo più o meno grave, non
riesce a vedere il suo amico. Quello che vede, invece, è il corpo di un morfico
orrendamente sfigurato da qualcosa che sembra averlo ustionato fino ad esporre
le ossa in alcuni punti. Riesce ancora a respirare, con molta fatica.
“L...L...Logan” prova
a dire il morfico, con una voce rauca, simile ad un sussurro.
Il morfico si rende
conto di star stringendo le sue asce con così tanta forza da aver sbiancato le
nocche. Le lascia cadere, per chinarsi vicino al suo amico.
“Non parlare, Keen.
Risparmia le energie” dice Logan, sussurrando a sua volta.
Solo in un secondo
momento, nota Highway. Il sergente ha un rivolo di sangue che sgorga dalla
tempia destra. Scuote la testa, fissando Logan con faccia funerea, per poi
distogliere lo sguardo.
Qualcosa ha
orrendamente sfigurato il morfico. Qualcosa che riempie la memoria di Logan di
orrendi ricordi.
“Ero...ero....nascosto,
come sempre...” dice Keenan, sputando sangue e una sostanza nerastra
Keenan il ratto. Il
suo compito era di nascondersi e spiare
il nemico, oltre a sbarazzarsi di tutti
quei poveri diavoli che, incautamente, avessero girato da soli vicino al suo
nascondiglio.
“Ero nascosto...e li
vedevo, Logan...li vedevo...”
“Keen, non....”
Logan non fa in tempo
a finire la frase. Il corpo del morfico
viene scosso da violenti fremiti, per poi fermarsi all’improvviso. Un ultimo
respiro, e Keen il topo rimane fermo sul letto. Immobile come una bambola rotta.
Carbonizzato fino alle ossa.
Logan sente la rabbia
impadronirsi di lui. Vuole avere vendetta. Vuole uccidere chiunque abbia
ridotto così il suo amico. Raccoglie le
asce, si alza, guardando il sergente con un’espressione di gelida
determinazione. Quello che accade dopo, segnerà per sempre il futuro del
morfico.
Inaspettatamente,
Logan porge la mano al sergente.
“Aiutami.” dice il
morfico, la mano ancora tesa verso il sergente.
Highway non capisce.
Nello sguardo del morfico non riconosce più il rinnegato. Non vede più il
ribelle. Vede una promessa.
“Ai fantocci”
Con un cenno di
intesa, il sergente si incammina verso l’uscita.
Logan cade in
ginocchio, il clangore delle asce sul pavimento riecheggia per tutta
l’infermieria.
Piange. Piange per
Keenan, piange per Kashran. Piange per se stesso.
Le settimane seguenti
sono un susseguirsi di missioni e di allenamenti per Logan. Parla pochissimo,
dorme altrettanto poco e mangia solo per nutrirsi.
Ha guadagnato il
rispetto del sergente, che ormai lo riguarda come un suo secondo. Di gradi
neanche a parlarne. Troppe punizioni, troppe volte ha visto la Sedia. Ed è un
rinnegato.
Alcuni, soprattutto
le nuove reclute, lo evitano. Una presenza troppo oscura da sopportare. Uno
sguardo gelido, un’aura di ferocia lo circonda.
Oltre il confine del Breland, Territorio di
Thrane, notte, orario sconosciuto
“Al cambio della
guardia avremo circa due minuti per far fuori le guardie e cogliere il cambio
alla sprovvista. Se non ci scopriranno, sarà un inferno. Se ci scopriranno, sarà
una carneficina. Ricordatevi, signori” dice il sergente.
Nuove cicatrici in
più, capelli più bianchi. Al suo fianco una figura vestita completamente di
nero. Logan. Fissato su una spalla il teschio di un topo.
“Voglio la massima
discrezione. Voi due, cecchini, farete fuori le guardie sul parapetto. Il
tempismo è tutto. Logan...” continua il sergente, indicando il morfico con un
cenno e l’accenno di un sorriso “continua tu.”
Logan si irrigidisce
per un istante, mettendosi sull’attenti.
“Io e Luhad uccideremo
le quattro guardie, prima e dopo il cambio della guardia. Nares e Yolas
uccideranno le altre due sul parapetto.” dice il morfico, disegnando degli
schemi sul terreno “La guarnigione si
trova arroccata in una piccola fortezza. Non ci sono molti uomini a
presidiarla, ma secondo le fonti dell’alto comando è un punto di attracco
importante. La fortificazione si affaccia sulla baia del lago.”continua il
morfico.
Logan guarda tutti i
suoi compagni. I “Bastardi di Greenhaunt”.
“Sarà nostro compito
bonificare l’avamposto e recuperare tutto il materiale. E’ di vitale importanza
che non scappi nessuno. E che non abbiano il tempo di raggiungere questo
edificio” , aggiunge “Se dovessero raggiungerlo”, continua, “darebbero fuoco a
tutto. E alcuni di voi saranno per niente.”
“E quale sarebbe
questo materiale, Logan?” dice un giovane umano, con tono sprezzante.
Logan lo guarda,
gelido e determinato.
“Libri.”
“Le barche, andranno
affondate qui e qui. Cosi, grazie al fondale basso, chiuderemo la baia. “ continua
il sergente. “Ci sono domande?”
“Una, signor
sergente, signore.” dice Logan.
“E allora falla,
morfico.”
“Quando ci decidiamo
a partire?”
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