martedì 26 agosto 2014

Logan - Una missione pericolosa

Confine del Breland con il Thrane. Accampamento, poco dopo la mezzanotte.
“Allora, inutile feccia, statemi bene a sentire” dice il sergente Highway, percorrendo avanti e indietro l’interezza della fila composta dai suoi sottoposti.
“la missione di oggi è una delle più rischiose in cui voi merde vi siate mai potuti trovare. Per questo” , continua il sergente ,”pretendo la massima...”
Il sergente si ferma davanti ad un morfico che, a dispetto di tutti gli altri, non è sull’attenti, intento a pulirsi le unghie con la punta di un grosso coltello.
“Logan...” dice il sergente, sussurrando il nome tra i denti, stretti in un ringhio
“Sergente...” risponde il morfico, alzando lo sguardo dalla mano e fissando l’umano con aria di sfida
Senza nessun preavviso, con un colpo ben preciso, Highway fa volare il coltello dalla mano del morfico e, dopo  uno sgambetto e una gomitata al petto, lo blocca per terra, con la faccia nel fango.
“Pulcioso bastardo” ringhia il sergente “come osi distrarti durante il mio discorso?”
Cercando inutilmente di divincolarsi dalla stretta ferrea del sergente, e annaspando nel fango, Logan riesce soltanto a gorgogliare.
“Fo...fottiti Highway. Fottiti tu, l’eser...l’esercito e il tuo culo pall..”
Il morfico non riesce a finire la frase. Una luce bianca, dolore puro, gli annebbia i sensi. Dopo, il buio.
Una secchiata d’acqua fredda. (non solo acqua, da quanto riesce ad annusare il morfico) lo fa rinvenire. Con un grosso sforzo, come se stesse annegando, Logan riempie i polmoni d’aria. Ha i polsi legati dietro la schiena.  La sensazione sgradevole del legno sul corpo nudo. L’odore di sangue e sudore stantio permea l’aria. E’ sulla Sedia. Sara’ la terza volta questo mese.
Davanti a lui, il sergente Highway si  arrotola un panno attorno alla mano destra.
“Bene bene bene, il cucciolo si è svegliato” dice con aria apparentemente crudele, prima di sferrargli un pugno in pieno volto.
Tutto diventa di nuovo bianco, ma Logan non sviene.
Qualcuno lo rimette di nuovo diritto. Il pugno è stato così forte da far ribaltare la Sedia.
Highway, un umano, è piuttosto avanti con l’età per il ruolo che ricopre. A dispetto degli anni, però, ha ancora una muscolatura e una forza di tutto rispetto. I capelli grigi tagliati corti intorno al cranio, la carnagione abbronzata, la pelle tesa come la membrana di un tamburo.
E’ l’esatta incarnazione dell’immaginario comune del sergente.
E’ l’esatta incarnazione degli incubi di Logan.

“Tu, morfico, mi ubbidirai” dice, scagliando un altro pugno centrato al petto del brigante. “Tu, morfico, farai quello che ti dico di fare!” urla, mentre aggiunge nuovo dolore al corpo di Logan, con un gancio diretto al suo mento.


“Tu mi odi, figlio di puttana. E fai bene ad odiarmi” dice il sergente, artigliando il volto di Logan con le sue immense mani. “Sappi però, bastardo, che io sono giusto.” La stretta si trasforma in un pugno “Sono giusto, e se ti comporterai bene e mi ubbidirai...”.  Il pugno trova una nuova casa sul naso di Logan “Sarai premiato”.


Due ore di pestaggio, due ore di “Rinforzo della disciplina”, come la chiama Highway. Dopo quelle due ore, Logan sa già cosa lo aspetta. Corsa nel fango, allenamento con le armi, altra corsa. Nessun pasto.


Accanendosi contro  il manichino di legno e paglia, Logan non fa caso alle vesciche che gli si aprono sulle mani.


“Fanculo, Highway. Fanculo tu e l’esercito”


Il manichino esplode, mandando frammenti di legno e mucchi di paglia ovunque.


“UN ALTRO!” grida il morfico agli inservienti, “NE VOGLIO UN ALTRO!”


Mentre gli inservienti posizionano un altro manichino, il terzo, Logan sente una presenza avvicinarsi alle sue spalle. Un umano. Joyce.


Il viso solcato dalle lacrime, si avvicina a Logan. E’ evidentemente scosso.


“Lo...Logan...” balbetta, mentre nuove lacrime iniziano a scorrere. Joyce, Joyce il baro,  non è mai stato tagliato per questa vita, pensa Logan.


Logan si asciuga il sudore dalla fronte con un avambraccio, tenendo ancora strette le asce in pugno.


“Parla, Joyce. Cosa vuoi?” dice, glaciale

“Si...si...si tratta di Keenan” dice l’umano, prima di scoppiare in un pianto dirotto. Trema. E’ sotto shock.


Keenan. Keenan il topo. Keenan il mingherlino. Kennan, il suo amico Keenan.


Logan abbassa lentamente le asce, realizzando che, se Joyce è venuto a chiamarlo, non dev’essere niente di buono. Sente il battito cardiaco aumentare all’infinito. Sembra che il cuore voglia esplodergli dal petto. Senza dire nulla, inizia una corsa disperata. L’infermeria, sarà sicuramente lì. Keenan. Keenan il topo.

Quello che trova non è quello che si aspetta. Facendosi largo tra un gruppo di persone, alcuni feriti in modo più o meno grave,  non riesce a vedere il suo amico. Quello che vede, invece, è il corpo di un morfico orrendamente sfigurato da qualcosa che sembra averlo ustionato fino ad esporre le ossa in alcuni punti. Riesce ancora a respirare, con molta fatica.


“L...L...Logan” prova a dire il morfico, con una voce rauca, simile ad un sussurro.


Il morfico si rende conto di star stringendo le sue asce con così tanta forza da aver sbiancato le nocche. Le lascia cadere, per chinarsi vicino al suo amico.


“Non parlare, Keen. Risparmia le energie” dice Logan, sussurrando a sua volta.


Solo in un secondo momento, nota Highway. Il sergente ha un rivolo di sangue che sgorga dalla tempia destra. Scuote la testa, fissando Logan con faccia funerea, per poi distogliere lo sguardo.


Qualcosa ha orrendamente sfigurato il morfico. Qualcosa che riempie la memoria di Logan di orrendi ricordi.


“Ero...ero....nascosto, come sempre...” dice Keenan, sputando sangue e una sostanza nerastra


Keenan il ratto. Il suo compito era di nascondersi  e spiare il nemico, oltre a  sbarazzarsi di tutti quei poveri diavoli che, incautamente, avessero girato da soli vicino al suo nascondiglio.


“Ero nascosto...e li vedevo, Logan...li vedevo...”

“Keen, non....”


Logan non fa in tempo a finire la frase.  Il corpo del morfico viene scosso da violenti fremiti, per poi fermarsi all’improvviso. Un ultimo respiro, e Keen il topo rimane fermo sul letto. Immobile come una bambola rotta. Carbonizzato fino alle ossa.


Logan sente la rabbia impadronirsi di lui. Vuole avere vendetta. Vuole uccidere chiunque abbia ridotto così il suo amico.  Raccoglie le asce, si alza, guardando il sergente con un’espressione di gelida determinazione. Quello che accade dopo, segnerà per sempre il futuro del morfico.

Inaspettatamente, Logan porge la mano al sergente.


“Aiutami.” dice il morfico, la mano ancora tesa verso il sergente.


Highway non capisce. Nello sguardo del morfico non riconosce più il rinnegato. Non vede più il ribelle. Vede una promessa.


“Ai fantocci”


Con un cenno di intesa, il sergente si incammina verso l’uscita.

Logan cade in ginocchio, il clangore delle asce sul pavimento riecheggia per tutta l’infermieria.

Piange. Piange per Keenan, piange per Kashran. Piange per se stesso.


Le settimane seguenti sono un susseguirsi di missioni e di allenamenti per Logan. Parla pochissimo, dorme altrettanto poco e mangia solo per nutrirsi.


Ha guadagnato il rispetto del sergente, che ormai lo riguarda come un suo secondo. Di gradi neanche a parlarne. Troppe punizioni, troppe volte ha visto la Sedia. Ed è un rinnegato.

Alcuni, soprattutto le nuove reclute, lo evitano. Una presenza troppo oscura da sopportare. Uno sguardo gelido, un’aura di ferocia lo circonda.



 



Oltre il confine del Breland, Territorio di Thrane, notte, orario sconosciuto


“Al cambio della guardia avremo circa due minuti per far fuori le guardie e cogliere il cambio alla sprovvista. Se non ci scopriranno, sarà un inferno. Se ci scopriranno, sarà una carneficina. Ricordatevi, signori” dice il sergente.

Nuove cicatrici in più, capelli più bianchi. Al suo fianco una figura vestita completamente di nero. Logan. Fissato su una spalla il teschio di un topo.

“Voglio la massima discrezione. Voi due, cecchini, farete fuori le guardie sul parapetto. Il tempismo è tutto. Logan...” continua il sergente, indicando il morfico con un cenno e l’accenno di un sorriso “continua tu.”


Logan si irrigidisce per un istante, mettendosi sull’attenti.


“Io e Luhad uccideremo le quattro guardie, prima e dopo il cambio della guardia. Nares e Yolas uccideranno le altre due sul parapetto.” dice il morfico, disegnando degli schemi sul terreno  “La guarnigione si trova arroccata in una piccola fortezza. Non ci sono molti uomini a presidiarla, ma secondo le fonti dell’alto comando è un punto di attracco importante. La fortificazione si affaccia sulla baia del lago.”continua il morfico.


Logan guarda tutti i suoi compagni. I “Bastardi di Greenhaunt”.


“Sarà nostro compito bonificare l’avamposto e recuperare tutto il materiale. E’ di vitale importanza che non scappi nessuno. E che non abbiano il tempo di raggiungere questo edificio” , aggiunge “Se dovessero raggiungerlo”, continua, “darebbero fuoco a tutto. E alcuni di voi saranno per niente.”


“E quale sarebbe questo materiale, Logan?” dice un giovane umano, con tono sprezzante.


Logan lo guarda, gelido e determinato.


“Libri.”


“Le barche, andranno affondate qui e qui. Cosi, grazie al fondale basso, chiuderemo la baia. “ continua il sergente. “Ci sono domande?”


“Una, signor sergente, signore.” dice Logan.


“E allora falla, morfico.”


“Quando ci decidiamo a partire?”

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