martedì 26 agosto 2014

Logan

"Animali, siete solo animali. Non siete degni di essere dei Morfici".
Pensa, mentre estrae il dardo dal corpo del borseggiatore. Eppure li aveva avvisati, era sceso più di una volta nei quartieri ad avvisarli. Niente.
Non aveva funzionato.
L'ascia emette un rumore di risucchio, mentre viene estratta dal cranio (o quello che ne rimane) del secondo bandito. Un colpo di balestra a quello più lontano, un duello ravvicinato con quello più vicino. Sempre che si potesse chiamare duello. Il poveraccio aveva avuto giusto il tempo di guardare il compagno accasciarsi al suolo e di notare un'ombra alle sue spalle. Lo scintillio di due lame, ed era tutto finito. La bocca del cadavere è ancora aperta in una espressione di sorpresa.
Avrebbe dovuto silenziare anche l'altro, ma vuole che ci sia qualcuno a testimoniare la carneficina che è capace di effettuare.
La ragazza è ancora lì, che cerca di coprirsi con quello che rimane dei suoi vestiti. Derubata, stuprata e uccisa. Questo sarebbe stato il suo destino, non fosse stato per lui.
"Vieni, ti accompagno a casa" - dice il morfico, sorridendole. Un fiotto di sangue gli macchia la parte destra del volto, i canini un po' troppo pronunciati.
Il sorriso di una bestia feroce.
Si è DI NUOVO dimenticato di ritornare umano. Si è DI NUOVO dimenticato di quanto la sua voce somigli ad un ringhio, quando si trasforma.
La ragazza si raggomitola in posizione fetale, tremando, balbettando, cercando di mettere più distanza possibile tra lei e il ranger.
"Ti prego...n-n-non uccidermi..."
Logan si abbassa sulle ginocchia, portandosi all'altezza del viso della ragazza. Bionda, magra ed emaciata, non avrà più di 14 anni, sporca di fango e sangue.
"Non preoccuparti, ragazzina. Io sono uno dei buoni. E' tutto finito. Ora dimmi dove abit..."
Un odore pungente colpisce il suo olfatto. Urina. La ragazza se l'è fatta sotto. Ed è svenuta. Come al solito.
C'è chi scappa via urlando, chi si rannicchiava e si chiude in sè stesso. C'è chi sviene. Quasi tutti svengono.
"Un altro problema per Tyon", dice il morfico, caricandosi la bambina sulle spalle "E un altro bagno per me...E comunque Logan", dice, "Io mi chiamo Logan".
Un altro passo sulla strada del Bene.
Andando verso la vecchia e decrepita cappella, sente porte sbattere, finestre serrarsi, il fruscio di gente che si nasconde nei vicoli. Ormai c'è abituato. Dopo ogni scontro, la gente ha sempre paura. Paura delle conseguenze, dicono. Paura che i capi prendano provvedimenti. Logan sorride. Sono i capi che lui vuole. Ha già usato fin troppe esche.
Il sorriso prende una nota amara appena arriva davanti alla cappella. Tyon. Il buon vecchio Tyon. Potrebbero fargli del male. Potrebbero estorcergli informazioni.
E' così strano . Per quanto gli umani siano bravi a sbudellarsi a vicenda (e soprattutto per quanto si divertano a dare la caccia ai morfici), c'è sempre una eccezione.
C'è Ariannae. C'è Tyon. Ci sono i giusti e gli indifesi. E poi ci sono le sue prede.
Lo sbattere della porta riecheggia per tutta la vecchia cappella. Il vecchio è lì in preghiera.
"Cosa mi hai portato questa volta, Logan?" dice con un sospiro, dopo aver finito di recitare la sua liturgia, cercando di rimettersi in piedi.
Logan porta la bambina dal vecchio chierico, portandola in braccio. E' ancora svenuta. Il vecchio scuote la testa.
"Una bambina. Una povera bambina. Per gli Dei, diventano sempre più disperati." dice il chierico, portando il suo medaglione sulla fronte della ragazza e recitando parole a lui sconosciute.
"Sempre più disperati, Tyon. Sempre più affamati."
"E gli altri? Dove sono? Perchè mi hai portato solo lei?"
"Per gli altri ci penseranno i topi e i cani, Tyon."
"Capisco..."
"Mi sono fatto prendere la mano." dice Logan, con freddezza "E ora, chierico, e' ora che io torni ai miei affari."
Senza aspettare una risposta, il morfico torna sui suoi passi. Non nota l'aria preoccupata del chierico. Non sente sussurrargli "Che gli dei siano con te, Logan".
Sciacquandosi la faccia al più vicino fontanile, il morfico pensa a cosa diranno questa volta i suoi amici. Già. Amici.
Deneb e Tabatha? Dei preziosi alleati, si. Hanno condiviso tutti insieme la loro dose di avventure, di stanchezza, di fame, di sangue e di felicità. Ma..amici? Amici sembra essere una parola troppo grossa.
Aryannae? Sicuramente. Hanno fatto insieme la guerra, si sono salvati spesso la pelle a vicenda. Lei lo ha tratto via dagli artigli della morte diverse volte.
Se lo ricorda ancora.
I suoi scout erano stati scoperti, e ora dovevano sbarazzarsi della pattuglia. Il capitano era grosso. MOLTO grosso.
Galadryel giaceva a pochi metri da lui, la testa separata dal corpo. Lerander era  rannicchiato ai piedi di un grande albero, la coscia trafitta da una freccia, il braccio destro andato.
Il resto della squadra stava combattendo contro i soldati della pattuglia nemica. Rimanevano lui e il capitano. Lui, le sue due asce. Il capitano un immenso martello da guerra e una daga. Una serie di parate,  fendenti , finte,  giravolte e affondi. Era la sua danza della morte.
Disegnando un arco verso il basso, il capitano  cerca di colpire Logan alla testa. Piroettando di lato, il morfico riesce ad evitare il colpo mortale. Sassi e terra si alzano per la violenza del colpo."Troppo lento, bruto" dice Logan "Troppo len.." Un dolore lancinante al petto. Incredulo, Logan abbassa lo sguardo. La daga dell'avversario è affondata fino all'elsa nel suo torace. Un ghigno beffardo si apre sul volto del nemico.Urlando, sputando sangue, Logan lascia cadere una delle sue asce per afferrare l'avambraccio del suo avversario. Il mondo inizia a diventare una realtà sfocata. L'ultima cosa che vede è la sua ascia che si conficca nel  collo taurino del soldato.Tutto diventa buio. Sente già i polmoni riempirsi del suo stesso sangue. Sarebbe morto di lì a poco.Urla. Urla di feriti e di morenti, urla di comandi gridati in una assordante cacofonia.Qualcuno lo sta toccando, spostando. Qualcuno ha le mani nel suo corpo. Qualcuno gli  grida di  non lasciarsi andare. Qualcun'altro grida un nome. Qualcuno grida "Ariannae".
Qualcuno urla, c'è odore acre di carne bruciata e sangue. Il fuoco è ovunque. Non sente più le gambe. Kashran è di fronte a lui, di spalle. Sta combattendo con qualcuno. Il carro è lì  a pochi metri, rovesciato. Le botti che trasportava sparse sul suolo della foresta. Alcune sono si sono rotte, spargendo sul terreno un liquido verdastro. Un'esplosione. Logan viene sbalzato via  come una bambola di pezza, ricoperto da qualcosa di viscido e appiccicaticcio. Un'ombra è china su di lui, incappucciata. Non è umano. Non è un morfico. Non ha un odore conosciuto. Alza un artiglio. Un artiglio di ferro. Sussurra qualcosa. Qualcosa di incredibilmente malvagio. L'artiglio cala verso il suo volto. Il buio."Quelli erano miei amici" dice qualcuno. Logan sbatte le palpebre, notando alcuni morfici davanti a lui. Tra di loro, quello che aveva fatto scappare."Quelli erano miei amici, bastardo! Sei sordo?" dice uno di loro"Erano, hai detto bene" dice il ranger, sorridendo in maniera malvagia"LO. VOGLIO. MORTO!" urla il banditoLogan sente la pelle indurirsi, i suoi sensi diventare più acuti. Chissà cosa avrebbero pensato i suoi amici, pensa il morfico, estraendo le sue asce."Provateci, animali."Ma alla fine loro cosa ne sanno. Lui è un'arma."Il mio braccio! Mi ha rotto il braccio!"Le armi vanno usate, le armi servono.
"Andiamocene via! Andiamocene via subito!!!"
Le armi, se le lasci nella fodera, sognano.
"Non lasciatemi indietro! Vi prego!"
Le armi non possono sognare.
"Ti prego...non uccidermi"
Le. Armi. Non. Devono. Sognare.
"Io sono Logan, e ho un messaggio per te."

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