martedì 26 agosto 2014

Un nuovo amico


Awh awh

Si sente solo il suo respiro. L'aria esce dai polmoni e si manifesta in una nuvola bianca.
Il cielo è terso e stellato. La neve che pervade il bosco ammantando il terreno ottunde i suoni e così anche il rumore dei suoi passi.
Le tracce sono fresche. 
Il lupo ondeggia con la testa allargando di tanto in tanto le narici.
Un invisibile filo d'Arianna lo guida in questo labirinto notturno.
Le luci ed i rumori della città sono lontani ed anche il popolo del bosco sembra come essersi chetato, come se piante ed insetti attendessero impazienti di assistere al miracolo della caccia.
Il lupo avanza inesorabilmente. La saliva scivola tra le fauci mano a mano che la preda si avvicina.
Ecco leggero il rumore di un ruscello.
La luce della luna si fa strada tra le fronte come uno spadaccino tra le lamine di una corazza.
Vicino all'acqua si smuovono alcuni sassi ad opera di un cerbiatto.
Le sue orecchie si muovono in tutte le direzioni perché la morte nella foresta percorre le vie a cui non si presta attenzione.
Il vento è debole. Il lupo lo sa.
Silenziosamente striscia di lato aggirando un grosso sasso.
L'erbivoro è teso ma ignaro.
Poi è questione di attimi. Secondi lunghissimi eppure così difficili da ricordare descrivere.
Un balzo. Le fauci che si aprono. La gola del cerbiatto che si flette ed il sangue che sgorga tingendo il ruscello.

"Quella era la MIA preda, stronzo!"
Logan era arrivato un istante troppo tardi. Il lupo ringhiò ma il morfico fece altrettanto. I suoi occhi si fecero gialli come quelli della bestia che pensò bene di arretrare.
Logan alzò le braccia ed ululò.
Il lupo scomparve nella boscaglia.
Logan si girò verso il cerbiatto con un misto di soddisfazione ed insofferenza.
Fu allora, e solo allora, che si accorse di un grosso corvo appollaiato su un masso che lo osservava da un lato, sbattendo le palpebre del suo occhio sinistro.
Il morfico sorrise. Il corvo aveva come un aria di sfida.
Logan allargò le braccia beffardo e sibilò "E tu che cazzo vuoi?"
L'uccello ruotò la testa e gracchiò prima di spiccare il volo per qualche metro e posarsi sulla carcassa.
"Anche tu vuoi la mia preda faccia di cazzo?"
Il corvo girò torse nuovamente il collo e poi beccò un occhio del povero animale.
"Ah ma allora mi sfidi!"
Logan sfoderò la balestra.
"Vedi che ora mi faccio anche un arrostino di pennuto"
La freccia si piantò lì vicino, di proposito, ma il corvo non si mosse. I
l volatile si limitò a spostarsi di poco.
"Hai le palle eh corvaccio"
Il nero emissario della notte gracchiò fragorosamente.

La porta della locanda si aprì dietro la mano di Logan, sporca di sangue incrostato.
Deneb, che era già a tavola e sorseggiava del vino, scosse la testa e sbuffò un "sei in ritardo".
Tabatha squadrò il morfico con quel misto di indifferenza e curiosità che solo lei possedeva.
Arianne sorrise e si alzò per abbracciare Logan.
"E quello?" - chiese la sacerdotessa osservando un grosso corvo appollaiato sulla spalla del morfico.
Logan sorrise.
"Il nostro gruppo si è allargato".

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